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18 November 2012

Omilia XXXI Domenica Tempo Ordinario

Below is my Homily from the 31st Sunday in Ordinary Time, as given here at San Clemente, in Italian.  Click "read more" to see it.



Prima di ritornare a Roma, sono andato a Chicago.  In parte, sono andato in ritiro spirituale, il mio ritiro annuale.  Ma, in verità, sono andato a visitare mio nipote, il bambino di mio fratello.  Mio nipote, si chiama «Liam», ha solo cinque anni.  Infatti, sono andato per il suo quinto compleanno.    Quando sono arrivato, lui era molto grato per il regalo che ho comprato per lui.  Come fa ogni bambino, subito lui ha cominciato a giocare con il nuovo giocattolo, ma senza ricordare di ringraziare.  Tuttavia, i suoi genitori mi hanno ringraziato da parte sua.

Nonostante questo, mio nipote è un bravo bambino—quasi perfetto—soprattutto, io credo, perché è un mio parente.  È un bambino affettuoso, amichevole con altri.  È obbediente ai suoi genitori.  In generale è un bambino felice e gentile.

Ma, alcune volte, lui è un bambino monello, non affatto come me.  Per esempio, il suo padrino ha comprato un X-Box per lui.  Lui ama giocare con X-Box, ora dopo ora.  E quando gioca, si estranea da tutti gli altri, dai suoi genitori, dal momento di pranzo, e peggio di tutto, anche da suo zio.  Non è cattivo, ci mancherebbe, ma dimostra solo una certa indifferenza per le cose più importanti.

Come lui cresce, ci saranno delle volte che lui non sarà tanto amichevole con i suoi genitori, o anche suo zio.  Agli adolescenti, non piace mostrare affetto per i propri genitori, particolarment in pubblico.  Anche loro mortificano per non aver baciato i propri parenti.

Mio nipote non è ancora così.  Ma, si comporta così alle volte quando lui è arrabbiato con suoi genitori.  Quando loro gli chiedono di fare qualcosa che non gli piace, per esempio quando loro gli dicono di smettere di giocare con X-box perché è ora di andare a letto.  I bambini possono cambiare il loro umore da contento ad arrabbiato in un momento.

Nel Vangelo di Marco oggi, Gesù dice gli scribi, «amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza».  Questo è il primo comandamento.  Da esso, ne deriva il secondo, «Amerai il tuo prossimo come te stesso».  Sembra facile, ma sappiamo che spesso è difficile a farlo.

Com’è che falliamo il colpo?  Il Catechismo della Chiesa elenca cinque modi in cui possiamo peccare contro l’amore di Dio.  Per analogia, essi sono i medesimi come i modi in cui mio nipote è un bambino monello.
Il primo, è il peccato dell'indifferenza.  Ci sono volte in cui siamo tanto occupati con le cose di questo mondo.  Nella nostra vita quotidiana, non ci accorgiamo della presenza di Dio.  Dimentichiamo che i problemi che ci rendono così preoccupati, sono nelle mani di Dio.  Dimentichiamo che le nostre gioie sono le gioie di Dio, i nostri peccati sono le tristezze di Dio.

Come mio nipote, anche noi possiamo peccare per l'ingratitudine.  La nostra indifferenza a Dio ci può fare credere che le nostre azioni siano solo nostre.  Oppure, possiamo essere come mio nipote che si gode il suo X-box, ma non ringrazia la persona che glielo ha dato.  Dovremmo ricordare le parole di Giobbe:  “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!”

Analogo a questo è il peccato  di tiepidezza.  Quando l’amore di Dio diventa un bene come tutti gli altri beni, il calore del nostro amore diventa tepido.  Non crediamo che Dio sia un gran che.  È possibile che crediamo in Dio ma la nostra fede non corrisponde alle nostre azioni.  Come l’adolescente a cui non piace si mostrare l’affeto in pubblico, anche noi possiamo diventare timidi nel mostrare il nostro amore per Dio.
I peccati d’indifferenza, ingratitudine, e tiepidezza sono spesso peccati di debolezza.  Ma questi possono portare a peggiori peccati, peccati di malizia.  Quando cominciamo ad amare le cose di questo mondo—indifferente, ingrato, o tepido di Dio—le cose di Dio cominciano non piacerci.  Infatti, cominciamo a sentire che le cose di Dio sono spiacevoli, malvagie, perfino cattive.  Con il peccato dell’accidia o della pigrizia spirituale, rifiutiamo la gioia che viene da Dio nel provare repulsione per il bene divino.  Pensiamo che le cose di questo mondo siano tanto buone, e rifiutiamo il bene di Dio.

Ma, ancora peggio, sono le persone che vendono nella loro vita Dio come odioso.  Sempre di più, crediarlo che la vita morale Cristiana è troppo difficile, particolarmente in questioni di sessualità.  Così, come un bambino è arrabbiato perché suoi genitori gli dicono di fare qualcosa che non lui vuole, così anche noi possiamo andare in collera contro Dio che osa chiedere qualcosa che non ci piace do fare.
Chiamiamo amare il Signore nostro Dio con tutto il nostro cuore e con tutta la nostra anima, con tutta la nostra mente e con tutta la nostra forza.  Vuol dire che abbiamo bisogno di vigilanza contro la tendenza a peccare contro l’amore di Dio.  Altrove nel Vangelo di Marco, Gesù dice, “chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso.”  Come bravi bambini, amiamo Dio con un amore semplice.  Allo stesso tempo, dovremmo evitare di diventare come i marmocchi.  Amiamo Dio per nostra gratitudine, per il nostro ardore, e più di tutti, per la nostra umiltà davanti a Lui.